L’ambulatorio di Gnatologia dell’ASL Napoli 1 Centro è collocato presso il poliambulatorio di via Cesare Battisti del Distretto Sanitario 31.
È affidato al Dr. Vincenzo Andreoli, medico chirurgo, specialista in Odontostomatologia, specialista in Psicoterapia.
Come si accede:
Impegnativa dal M.M.G. (Medico di Base) con la dicitura: 89.700048 (Visita gnatologica)
Prenotazione presso CUP o farmacia per: ODONTOIATRIA DS31: DR. ANDREOLI
Indirizzo: Via Cesare Battisti 15, 80134 Napoli ► Portami Qui
E-Mail: vincenzo.andreoli@aslnapoli1centro.it
La gnatologia è la branca dell’odontostomatologia che si interessa dello studio dei rapporti dinamici tra mascellari, denti, articolazioni temporomandibolari, muscoli che muovono la mandibola e sistema nervoso che comanda gli stessi e la lingua. Nell’interazione di tutte queste strutture è possibile l’insorgenza di quadri clinici che a volte si manifestano con una minore frequenza a differenza di altri che hanno, invece, una maggiore prevalenza (dolore orofacciale, disordini temporomandibolari,parafunzioni durante la veglia, bruxismo, apnee ostruttive durante il sonno e russamento).
Disturbi temporomandibolari (DTM)
Costituiscono un insieme di condizioni dolorose e/o disfunzionali di natura infiammatoria o degenerativa che interessano le articolazioni temporomandibolari, la muscolatura masticatoria e le strutture che con esse contraggono rapporti anatomo-funzionali. I segni e sintomi più frequenti del disturbo temporomandibolare sono dolore, movimenti mandibolari alterati e limitati, rumori articolari. In alcuni casi, la comparsa è acuta, con sintomi moderati che spesso evolvono positivamente in modo spontaneo. In altri, si sviluppa una condizione cronica, con dolore persistente e sintomi fisici, comportamentali, psicologici e psicosociali simili a quelli dei pazienti con dolori cronici di altri distretti corporei. Le condizioni più frequenti che si presentano all’osservazione del clinico sono il dolore miofasciale, la dislocazione discale riducibile, la dislocazione discale non riducibile, l’artrosi. L’eziologia dei disordini temporomandibolari è biopsicosociale.
Dolore orofacciale
Il dolore orofacciale oltre che dentale può essere causato da varie condizioni che possono riguardare strutture localizzate o distanti dal cavo orale e di origine muscolo scheletrica, neurologica e vascolare.
Il dolore nella regione orale e facciale ha un impatto molto significativo di tipo biopsicosociale con un’incidenza nella popolazione generale, secondo tutti gli studi recenti, intorno allo 17-26%; il 7-11% presenta una sintomatologia algica con andamento cronico. In merito all’eziologia, il dolore orofacciale può essere causato da varie condizioni che colpiscono numerose strutture limitrofe o distanti dalla cavita orale.
Parafunzioni
Le parafunzioni durante la veglia sono disturbi di larga prevalenza nella popolazione generale. Il loro riconoscimento è demandato alla indagine clinica, soprattutto anamnestica (possibilmente confermata da terzi). La diagnosi è importante ai fini della gestione dei disturbi temporomandibolari e per evitare complicazioni in caso di terapie protesiche (soprattutto in presenza di impianti o in pazienti con parodontiti) o ortodontiche. Vengono gestiti con interventi di tipo conservativo comportamentale e psicologico (educazione del paziente e razionale della terapia comportamentale, introduzione al ruolo dello stress e degli stati psicologici negativi come potenziali fattori nell’esacerbazione e nel mantenimento del dolore dei disordini temporomandibolari, monitoraggio da parte del paziente dei segni e dei sintomi in particolare individuando dei comportamenti parafunzionali, sviluppo di un piano personale di gestione).
Bruxismo
Il bruxismo consiste nel serrare e digrignare i denti. È piuttosto frequente ed indica uno stato di tensione, spesso inconsapevole. L'incidenza in Italia arriva al 20% della popolazione. Molteplici sono i fattori che scatenano il bruxismo: alcune sono di natura odontoiatrica, come l'imperfetto posizionamento reciproco delle due arcate dentali o l'assunzione di posizioni mandibolari scorrette. Le cause più frequenti però riguardano la sfera emotiva e psicologica (stress, ansia, frustrazione, perfezionismo, tensione, competitività). Possono esserci anche cause primarie nella postura o in alterazioni del sistema extrapiramidale. Il bruxismo può creare seri danni all'apparato dentale: oltre all'usura, può aumentare la sensibilità dei denti per la progressiva scomparsa dello smalto e l'insorgenza di carie. A lungo termine, il bruxismo può anche provocare delle modifiche sia dell'aspetto sia della funzione della dentatura; infatti, l'usura dei denti (che negli anni tendono ad accorciarsi) e gli altri danni da essi subiti danno luogo a sgradevoli inestetismi ed alla formazione di rughe e all'accentuazione di solchi. I muscoli facciali e quelli deputati alla masticazione diventano ipertrofici modificando anche sensibilmente l'aspetto del viso. Alla lunga, inoltre, i soggetti affetti da bruxismo possono avvertire affaticamento dei muscoli della testa, del collo e di espressione, tensione muscolare generalizzata, cefalea, dolenzia.
Apnee ostruttive durante il sonno
Le apnee ostruttive durante il sonno (OSA - Obstructive Sleep Apnoea) sono una delle cinque categorie maggiori di disturbi respiratori che possono verificarsi durante il sonno (classificazione ICSD-2). Sono caratterizzate dal ripetuto collasso, completo (apnea) o parziale (ipopnea), del flusso aereo e si manifestano, clinicamente, con sonnolenza diurna e/o alterazioni delle performance diurne e russamento notturno. Sul piano fisiopatologico l'OSA è caratterizzata dalla comparsa, durante il sonno, di episodi ripetuti di ostruzione parziale o completa delle prime vie aeree associati a fasiche desaturazioni di ossigeno dell'emoglobina arteriosa. In caso di sospetto di OSA l’esame strumentale di elezione è rappresentato dalla polisonnografia (per la quale è previsto l'invio ad altre strutture dell’ASL) che permette di quantificare gli episodi di apnea o blocco completo e ipopnea o riduzione parziale del flusso aereo (AHI - Apnea Hypopnea Index). È buona norma che l’OSA venga affrontata con un approccio multidisciplinare (neurologo, pneumologo, otorinolaringoiatra, internista, psicoterapeuta, chirurgo maxillo facciale e odontoiatra). In caso di OSA, si ricorre a strumenti capaci di ripristinare la pervietà del cavo orale: un esempio è la CPAP (Continuous Positive Airways Pressure) che prevede l’uso di un mini-compressore collegato ad una maschera facciale che il paziente deve indossare nel corso della notte e che permette la risoluzione meccanica dell’ostruzione delle prime vie aeree durante il sonno. I dispositivi orali trovano indicazione in caso di russamento e di apnea da lieve a moderata (AHI< 30), in particolare se posizionale (più evidente o prevalente in posizione supina), e nel caso di apnea conclamata o grave, se il paziente rifiuta o non tollera la CPAP.